Alienum phaedrum torquatos nec eu, vis detraxit periculis ex, nihil expetendis in mei. Mei an pericula euripidis, hinc partem.

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Buon anno a tutti da Mafuiane!

Come nell’altra “letterina” voglio raccontarvi alcune delle cose più belle di questo ultimo periodo, seguirò quest’ordine:

-La giornata delle confessioni a Boane

-La Veglia e la Messa di Natale

-Il Vescovo ausiliario di Maputo in visita alle velinhas

Il 31 dicembre e il 1 gennaio

A Boane c’è la sede della parrocchia a cui apparteniamo anche noi, la parrocchia si chiama Beata Anuarite che è una beata molto importante per l’Africa, essendo una martire della repubblica Democratica del Congo. Della parrocchia fanno parte tante comunità sparse in vari villaggi, fra cui anche Mafuiane. Qualche giorno prima di Natale era stato annunciato in chiesa che c’era la possibilità di confessarsi a Boane, il 23, e così siam andati lì col nostro pullmino. Nella parrocchia ci son religiosi/e della congregazione dei sacri Cuori di Gesù e Maria e siccome i preti son da molte parti del mondo c’era la possibilità di parlare la lingua che si preferiva per capirsi. Si erano messi a confessare in vari posti: nella chiesetta vecchia, in quella nuova, nel giardino, all’ingresso della chiesa. Son andati avanti dalle 15 alle 17.30 e poi c’è stata la Messa con canti locali, erano tutti molto belli, me n’è piaciuto in particolare uno che si chiama MARIA DO SIM (Maria del sì), ricopio un pezzettino perché penso sia una bella preghiera “Maria, do sim, ensina-me a dizer o meu sim….ensina-me a viver o meu sim. Ensina-me a ser fiel como Tu, a dar o meu sim cada dia; que eu possa no mundo dar um sinal da tua humildade Maria”.

Il giorno seguente a Mafuiane verso le 18 c’è stata la veglia di Natale, ha guidato la preghiera l’Animatore di Comunità ed eravamo pochi. Questa nostra comunità mi fa tenerezza perché a volte siamo proprio “quattro gatti” (specie all’inizio della celebrazione). Quando è stato scoperto il Bambinello nel Presepio di lato all’altare è stata per me una grande commozione. Ed è stato bello ascoltare (e provare a cantare) il canto del Gloria in lingua locale.

La mattina del 25 è venuto a festeggiare con la nostra comunità il vescovo ausiliare dom Jo@o Carlos, la chiesa era più popolata e la sua omelia in parte in Portoghese ed in parte in Ronga è stata bellissima; predicava e cantava i canti locali. In seguito stando a pranzo dalle suore e insieme a noi, ci ha spiegato che i canti di qua sono delle vere e proprie catechesi per cui è bene impararli.

Dopo la Messa c’è stato un momento di festa con tutti quelli che avevano partecipato e poi siamo andati insieme con lui a visitare la casa delle anziane (Velinhas). Guendalina aveva cucinato per loro. Ermanno ha guidato il pullmino fino a lì, che c’è un pezzo di strada estremamente dissestato.

Le anziane che al momento vivono lì, sono “vo-vò:” Mathilde, Rachela; Maria, Jo@na, Lucia e Celina; due di loro son cieche. Vo-vò- significa nonna.

Vive con loro anche una giovane con alcune difficoltà che si chiama Marcela e quotidianamente le accudiscono “dona” Florinda, suor Milka e “dona” Sara. Erano felicissime della visita.

Il Vescovo ha parlato con ognuna di loro, in lingua locale. Una di loro si è alzata (spesso sono sedute su stuoie come si usa qui) e lui le ha fatto da bastone per arrivare dove desiderava (lei si è letteralmente appoggiata sulle sue spalle) e poi ha fatto una preghiera per benedire il pasto. E’ stato un momento stupendo per tutti. Guendalina dice: irripetibile!

La sera del 31/12 un sacerdote congolese è venuto a celebrare la Messa di ringraziamento dell’anno trascorso ed è stato molto bello quando alla fine l’animatore di comunità ha preso la parola, ha ringraziato per l’anno vissuto assieme ed ha aggiunto: “se durante quest’anno fosse capitato che ho offeso o ferito qualcuno, vi chiedo perdono”. E si vedeva proprio che sentiva quel che diceva e lo faceva in tutta umiltà; sia Ermanno che Guendalina che io siam rimasti colpiti. Vorrei prenderlo come esempio in quel che ha detto e far mie le sue parole.

Quando tutti stavano andando via dalla chiesa, 2 fratellini che son stati battezzati il 13 dicembre, son andati zitti zitti a mettersi a pregare in ginocchio davanti al Presepe ed erano un incanto per tutti, e così piano piano, altre persone si son inginocchiate vicino a loro e dopo un po’ di silenzio è stato intonato un canto. Quei bimbi ci hanno fatto una catechesi senza parlare!

La sera del 31 ho ringraziato il Signore per tutto l’anno passato ed il pensiero è andato alla Sierra Leone dove l’anno scorso ho festeggiato il capodanno in una parrocchia di Freetown; quel Paese a me molto caro, ora sta soffrendo tantissimo e chiedo anche a voi una preghiera per i suoi abitanti, per i missionari e volontari che son lì.

Il 1/1/2015 qui a Mafuiane non c’è stata la Messa ma una celebrazione con l’animatore (Isaia), che fra l’altro compiva gli anni e si è messo a piangere dalla commozione quando gli abbiamo cantato gli auguri.

Dopo è venuta a pranzo a casa nostra una ragazza venticinquenne, della parrocchia. Si chiama Daina e studia a Maputo ma è originaria di qua. Conosce la nostra missione fin dagli inizi, da che era bambina. Abbiam parlato di tante cose, di come funziona qui l’università, della sua famiglia; di Roma, della parrocchia san Frumenzio a Roma. Lei si ricordava di don Enrico (che ha iniziato la missione qui) e così usando skype l’abbiam messa in contatto con lui per un saluto e poi abbiam telefonato a don Gianpiero (il nostro attuale parroco).

Mentre Daina era da noi le ho fatto vedere un po’ le piantine che sto coltivando in un piccolo vivaio molto rudimentale. Lei ha guardato attenta. Nel pomeriggio ho passeggiato con lei fino a casa sua e conosciuto sua mamma e i nipotini. Una delle prime cose che ha detto alla mamma è che aveva potuto parlare con don Enrico e con don Gianpiero. La mamma (che si chiama Alda) si è ricordata di quando da piccolina lei aveva fatto una foto con don Enrico il giorno del suo compleanno mentre tagliava la torta. Poi ci siam messi a parlare un po’ in generale, mentre sua mamma stava scegliendo le arachidi da seminare il giorno dopo; allora Daina ha detto: “sai mamma, nella missione hanno seminato varie piante ma quella non ce l’hanno!” (ed ha indicato un melograno). La mamma allora si è messa a cercare una piantina di melograno nata là intorno; l’ha scavata via e me l’ha regalata per piantarla alla missione. Son tornata a casa tutta contenta: qualche giorno fa avevo proposto in parrocchia a Roma, che chi viene in visita dall’Italia comprasse qui nei vivai locali un alberello e lo piantasse (perché nel nostro terreno ci sarebbe bisogno di mettere un po’ di piante arboree e cespugliose per mitigare il vento, fare ombra, fornire frutta o legno e far da confine) ed ecco che la prima pianta regalata mi arriva da una donna di Mafuiane!

Così arrivata a casa, ho preso la zappetta, son andata nel nostro campicello; ho tolto le erbacce, scavato una buchetta, piantato l’alberello (che al momento è più o meno grande come la mia mano) e disposto tutto in modo che possa iniziare a svilupparsi bene. Speriamo che cresca e speriamo che anche noi qui facciamo frutto!

Noi qui a Mafuiane vi auguriamo Buon 2015 e se qualcuno volesse venire fatecelo sapere.

Un caro saluto anche da Guendalina ed Ermanno.

Elisa

Mafuiane 3 gennaio 2015