Alienum phaedrum torquatos nec eu, vis detraxit periculis ex, nihil expetendis in mei. Mei an pericula euripidis, hinc partem.

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L’Oriente è Vicino!

Breve saluto del Cardinale Leonardo Sandri all’inizio dell’ Incontro di Formazione Missionaria del Vicariato di Roma – sabato 14 novembre 2015 A.D.

Eccellenza Mons. Paolo Lojudice

Gentile Dottor Valente,

ma soprattutto: Caro Padre Jacques!

Grazie di cuore per il vostro invito. Esso mi dà la possibilità di condividere alcune riflessioni a partire dal mio servizio, come Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nel lavoro quotidiano, come negli incontri con i loro Patriarchi, Vescovi, sacerdoti e fedeli che ho avuto e ho modo di fare qui a Roma come nella loro madrepatria, oltre ai territori in cui si sono recati da decenni in diaspora. Sono molto contento di essere qui accanto a p. Jacques, per il quale tutti abbiamo pregato nel tempo della prigionia, esultato per la ritrovata libertà, e che avevo sentito per telefono poche settimane fa. Bentornato! Perché la Diocesi di Roma, la Diocesi del Papa, la Chiesa degli Apostoli Pietro e Paolo e dei martiri è anche la tua casa!

1.Offro solo una breve introduzione, per poi lasciare spazio alle domande e all’ascolto reciproco. Premessa: sono contento che l’incontro di oggi sia posto in apertura al vostro ciclo di formazione, organizzato dall’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese del Vicariato. Perché? Perché così andiamo all’origine di ogni altra missionarietà nel mondo, perché andiamo, con la mente e col cuore, ai luoghi e alle comunità alle quali siamo debitori del Vangelo. Non possiamo parlare in senso proprio di missionarietà nel Medio Oriente, intesa come missio ad gentes, se prima non ci poniamo nella prospettiva indicata dal Concilio Vaticano II, quando definisce le Chiese Orientali (cattoliche, ma per analogia vale certamente anche per i nostri fratelli ortodossi ed ortodossi orientali) come i testimoni viventi delle origini apostoliche (Orientalium Ecclesiarum 2).

Vi chiedo allora di vivere questo incontro – e anche quelli che seguiranno – con lo spirito e il cuore di un figlio di questa amata Chiesa di Dio che è in Roma, che qui è diventato sacerdote, è stato pastore, prima di partire, rimanere, e donare la vita per il Medio Oriente; domenica 29 inizierà la serie di incontri che il Vicariato ha organizzato per commemorare il decimo anno della sua testimonianza – martyrion: don Andrea Santoro. Egli scriveva: “Ho dato al vescovo la mia disponibilità a partire per accendere una fiammella proprio lì dove era divampato il fuoco del cristianesimo. Quel fuoco non si è mai spento, ma è passato attraverso sofferenze, persecuzioni, peccati, vicende oscure e complesse che lo hanno disperso e ridotto sotto la cenere. Quel fuoco è ancora in grado di illuminarci perché contiene la scintilla originaria che lo ha generato. Quel fuoco ha bisogno di un po’ di legna per tornare a brillare e divampare di nuovo. Andando io vorrei (se Dio lo vorrà) attingere e consegnare a voi un po’ di quella luce antica e darle nello stesso tempo un po’ di ossigeno perché brilli di più. Sento questo mio invio, che affronto a nome della Chiesa di Roma, come uno scambio: noi abbiamo bisogno di quella radice originaria della fede se non vogliamo morire di benessere, di materialismo, di un progresso vuoto e illusorio; loro hanno bisogno di noi e di questa nostra Chiesa di Roma per ritrovare slancio, coraggio, rinnovamento, apertura universale” (don Andrea Santoro, Lettere dalla Turchia). Sono parole che valgono per voi, ma che interpretano anche il servizio di un ufficio, quale la Congregazione per le Chiese Orientali, che aiuta il Papa nel custodire i rapporti con quei nostri fratelli e sorelle.

  1. Vorrei poi dirvi grazie, e nel mentre dire a p. Jacques che la Chiesa di Roma da tempo ormai è vicina con il cuore e le mani ai cristiani dell’Oriente: è ormai diventata una tradizione che ogni mese, in una diversa chiesa, si tenga una veglia di preghiera per la pace in Siria, in Iraq e in Ucraina, con le comunità orientali presenti in città, ma aperta a tutti. In una occasione ho potuto anche io condividere questo bel momento di fraternità e preghiera. Come pure non voglio dimenticare il segno pasquale delle colombe, che sono state recapitate ai profughi della Piana di Ninive nella Pasqua di quest’anno. Siamo riconoscenti a monsignor Zuppi, che vi ha seguito come padre e fratello in questi anni, e al quale il Santo Padre ora ha affidato la Chiesa di Dio che è in Bologna, la Chiesa di San Petronio e dei Santi martiri Vitale e Agricola. Mi permetto di farvi ancora un invito: quello, se ne avete occasione, di sentirvi a casa in tutte le Chiese affidate agli orientali cattolici qui in Roma, che tutte le domeniche celebrano secondo il rito proprio e che ci testimoniano che l’Oriente è qui vicino a noi, e possiamo sempre più imparare a conoscerlo ed amarlo, pregando con loro. Se non le conoscete, penso alla chiesa siro-cattolica di Santa Maria in Campo Marzio, vicino a Montecitorio, quella greco-melkita di Santa Maria in Cosmedin – Bocca della Verità, quella maronita di via di Porta Pinciana, quella greca di Sant’Atanasio in via del Babbuino, quella armena di San Nicola da Tolentino vicino a via Veneto. Davvero l’Oriente è vicino!

E l’attuale situazione dell’Oriente ci è vicina in queste ore per i tragici fatti di Parigi: purtroppo la violenza cieca che percorre le strade della Siria e dell’Iraq torna ancora a bussare alle nostre porte. Il Signore di ogni Misericordia accolga nel suo abbraccio le vittime, consoli gli afflitti, doni la forza per aprire strade di autentica giustizia, pace e riconciliazione tra i popoli. Grazie.