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Centro Pastorale Missionario della Diocesi di Roma / Testimonianze  / Essere una scintilla che accende altre scintille….

Essere una scintilla che accende altre scintille….

“Nessun cattolico era mai venuto a bussare alla porta della mia casa” (Signor Silvino)

“Madre, puó dare un abbraccio a mia sorella?” (José, un bambino)

“Grazie, madre per avermi ascoltato nel mio dolore” (Signora Yolanda)

“Dio mi aveva dato tutto ed io ho sprecato tutto in ogni tipo di vizio. Ora voglio stare bene con Dio e ricevere il Suo perdono” (Signo Inocencio, che lavora e vive nell’immondezzaio)

 

Sono alcune delle parole più belle e significative che porto nel mio cuore in questo momento, dopo un mese e mezzo di servizio nella cappella del Divino Niño, della parrocchia di San Isidro lavoratore, nella nostra diocesi di Texcoco. Questa cappella si trova in una colonia che fa parte di un grande municipio vicino alla nostra missione di Cristo Re. Una colonia molto povera, tanto da un punto di vista materiale, quanto sociale, culturale e religioso.

Queste parole dicono in sintesi il regalo che Dio mi ha fatto in questo tempo e ciò che significa per me questo Natale 2014.

 

Consacrare la propia vita a servizio dei poveri è un dono di Dio che non merito e per il quale sento tutta la mia inadeguatezza. Poco a poco, dopo 20 anni di consacrazione missionaria, lo sto capendo sempre piú, scoprendo che servire i poveri significa mettermi davanti a Dios e ai fratelli in totale gratuità. E questa gratuità non è facile, non è spontanea. Bisogna chiederla come grazia e riceverla come dono: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Gesú).

Dio mi ha messo nel cuore il desiderio di servirlo nei più poveri e percepisco che questo significa essere una scintilla debole che riflette la Luce infinita e potente del Suo Amore per tutti gli uomini.

Un amore che va a cercare chi si sente confuso nella fede come Silvino; un amore che regala affetto e tenerezza, come ha bisogno la sorellina di José. Un amore che si manifesta nell’ascolto di un dolore che da anni blocca il cuore di una donna come Yolanda. Un amore che apre finalmente le porte del perdono e della misericordia a un uomo come Inocencio, dicendogli che non è tutto perduto e donandogli nuova speranza. Un amore che a ciascuno dice semplicemente “A Dio interessi, Dio si preoccupa di te e della tua vita”.

L’esperienza che porto nel cuore è che tutto questo passa attraverso l’accoglienza della mia stessa debolezza e povertà e la coscienza che questo amore infinito e potente che ora Dio mi chiede di regalare, questo amore che è luce nell’oscurità, perdono e misericordia, ascolto e tenerezza…. questo Amore io stessa, prima di tutto, l’ho ricevuto abbondantemente: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Gesú). Solo nella mia debolezza e povertà può trovare spazio Colui che è l’infinita ricchezza. L’unica che vale la pena di condividere con altri.

Visitare le persone nelle loro case, vedere le loro condizioni di vita, fermarmi per stare con loro, dare tempo con calma lasciando da parte qualsiasi preoccupazione per le tante cose da fare, fare un gesto di affetto e dire una parola che nutra l’intelligenza ed il cuore di chi ha bisogno di tornare a vivere come persona… è il poco che ho cercato di fare in questo mese e mezzo nella cappella del Divino Niño, per servire i fratelli che Dio mi ha fatto incontrare. Perché?

Perché non c’è niente che possa spegnere il desiderio di Bellezza, Verità, Eternità, di Infinito, Sincerità e Giustizia, di Dignità umana che è presente nel cuore di ogni uomo e di ogni donna che Dio ha creato, anche quando le condizioni di una vita ingiusta e dura e un lavoro indegno sembrano soffocarlo. Dio sa questo ed io stessa ho potuto contemplarlo.

Vivere Natale per me quest’anno significa rinnovare il mio Sì a essere strumento e permettere a Dio di riaccendere nel cuore dei Suoi Figli questo desiderio di Vita Vera.

A Natale il Segno è un bambino debole e povero dove però gli occhi della fede ci invitano a riconoscere la Grandezza e il Potere dell’Amore di un Dio che vuole raggiungere, incontrare, toccare ogni uomo nella sua debolezza, nella sua umanità ferita.

Così credo debba essere il mio segno, povero e debole come quello di una scintilla per accendere altre scintillle…

 

Buon Natale nel segno della debolezza e un abbraccio a tutti. Vostra Carla.