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Io sono la porta

La riflessione di suor Paola Gabrieli, missionaria romana in Centrafrica, temporaneamente a Roma per un periodo sabbatico:

“Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.” (Gv 10, 9-11)

In questi giorni di dolore, di sdegno per quanto è successo a Parigi e sta accadendo in Siria e in altre parti del mondo, dove c’è la guerra, di paura e di angoscia al solo pensiero di una terza guerra mondiale… ecco, proprio in questo contesto nefasto, la scelta di Papa Francesco di aprire la prima porta dell’anno del Giubileo della Misericordia a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, nel cuore dell’Africa, in mezzo a uno dei popoli più poveri, è un gesto audace e profetico che risveglia la speranza e la vita per tutta l’umanità credente.

Questo è il messaggio che leggo con i miei occhi di missionaria romana, vissuta per circa quattordici anni in quella terra centrafricana. che è tormentata da frequenti conflitti, ma dove la fede del popolo e l’abbandono in Dio sono la forza di sopravvivenza. In questa giovane chiesa Papa Francesco trova gli “anawim”, i veri poveri. Essi lo aspettano per incontrarlo come loro “buon pastore”, l’“alter Christus” che può risvegliare la speranza di prospettive di riconciliazione e di pace, nel tessuto socio-politico e religioso.

La Repubblica centrafricana è uno dei paesi più poveri del pianeta, dove il 67% delle famiglie vive con meno di 1 dollaro per giorno. Ultimamente il paese è devastato da una guerra civile che non sembra vedere una fine. Una guerra interreligiosa per molti, una guerra di potere per altri, mascherata dal conflitto interreligioso. Una guerra feroce ove le milizie fuori controllo seminano il terrore per le strade della capitale Bangui, ma non solo, sotto lo sguardo dei soldati francesi e delle altre truppe interafricane.

Papa Francesco, determinato a voler raggiungere Bangui, non si lascia scoraggiare dai cattivi presagi, perché lui si è conformato al buon Pastore, pronto a offrire la vita per le pecore e fiducioso nella bontà del divino volere.

È di opzioni come questa che la Chiesa ha bisogno, oggi, per affermare che la vita in Cristo è più forte della morte e per ricevere la vita in abbondanza.

Prima dell’utilizzo delle armi o di una dichiarazione di guerra, ci sono pensieri di odio, di superbia, di egoismo, di indifferenza… pensieri cattivi attraverso i quali il maligno versa nel cuore dell’uomo il veleno.

“Attraverso il serpente il Maligno

Versò il suo veleno nell’orecchio di Eva;

il Buono ha fatto discendere la sua compassione,

ed è entrato per l’orecchio di Maria:

attraverso la porta per cui era entrata la morte,

anche la Vita è entrata, mettendo a morte la morte.” (Dall’ “Omelia della natività” di Efrem il Siro)

La cattedrale di Bangui, dove Papa Francesco aprirà la porta, è dedicata a Maria Immacolata, luogo santo, in cui celebrerà la compassione che si china sull’uomo.

Lode a questa compassione nell’alto

che è stata portata giù agli uomini sulla terra,

così che il mondo malato possa essere guarito

dal Medico che ha brillato nella creazione. (Dall’ “Omelia della natività” di Efrem il Siro)