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Centro Pastorale Missionario della Diocesi di Roma / In diocesi  / La diversità non crea nemici

La diversità non crea nemici

Trascriviamo alcuni stralci dell’omelia del Cardinale Peter Turkson ai Vespri per la pace in Siria ed Iraq presso la chiesa di San Gregorio al Celio, 26 maggio 2015.

L’episodio di Caino e Abele si colloca all’inizio della storia dell’umanità e così intende presentarci il fatto che la nostra umanità pur essendo diversificata è allo stesso tempo una. Il fatto che Abele e Caino sono fratelli, dello stesso grembo, lì fa uguali in diritti e in dignità, ma sono diversi: uno coltivava la terra, l’altro era pastore. Nella storia di questi due fratelli, di Caino e Abele, c’è un invito a riconoscere una verità nella storia dell’umanità. Nella nostra grande diversità c’è anche qualcosa che ci rende uguali, che rende l’umanità unita in sé, il fatto che abbiamo uno stesso Dio come Padre e che usciamo, per così dire, dallo stesso grembo. Caino e Abele sono ”adelfos”, dello stesso grembo, questo li rende uguali, ma poi uno era pastore e l’altro coltivatore di terra.

Il fatto che Caino uccide Abele fa di tutti gli omicidi un fratricidio, ogni tipo di uccisione diventa un fratricidio perché ogni persona uccisa è un fratello ucciso.

Il brano di Genesi ci rende consapevoli che ogni omicidio è fratricidio, che non c’è nessuna persona uccisa in questo mondo che noi non possiamo dire che sia stato ucciso un fratello e questo ci diminuisce, ci rende meno simili a quello per cui eravamo stati creati.

E così come diceva Papa Francesco (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014) il racconto “insegna che l’umanità porta iscritta in sé una vocazione alla fraternità ma anche la possibilità drammatica del suo tradimento”. Abbiamo una vocazione alla fraternità, ma anche la possibilità di tradirla. Questo tradimento si può manifestare in diversi modi, non solo di uccisione, ma anche sotto forma di crisi finanziaria, che porta alla povertà, oppure pensiamo alle condizioni dei rifugiati e dei migranti.

Stiamo celebrando i vespri per la Siria e lì certamente riconosciamo l’omicidio come in Caino e Abele: sangue che viene versato ogni giorno, gente scacciata dalle proprie vite, famiglie ridotte in profughi sono situazioni tristi e noi preghiamo il Signore che può cambiare il cuore di queste persone e soprattutto che porti tutti a riconoscere che la diversità non crea nemici, il fatto che la gente sia diversa anche a livello di religione, non vuol dire che siamo nemici, perché non siamo tutti noi cattolici, cristiani, non vuol dire che siamo nemici, e così perché non siamo tutti noi musulmani non vuol dire che siamo nemici.

Io stesso sono del Ghana, mia madre era metodista poi è diventata cattolica, mio padre è sempre stato cattolico, ma mio zio era musulmano e facevamo parte della stessa famiglia. La diversità non crea nemici, questa è stata problema per Caino che non poteva accettare la diversità, non poteva accettare che Dio aveva accogliesse l’offerta di Abele e non la sua, la diversità di Dio nei confronti degli uomini. Allora perché Dio ha scelto Israele per primo e non i romani? I romani allora devono opporsi agli israeliti? E le altre popolazioni della terra? Per queste scelte del Signore dobbiamo essere nemici?

Questa storia di Caino e Abele ci invita ad accettare le diversità, non solo in ciò che siamo ma anche di come Dio ci tratta e come Dio sparge la Sua grazia nei nostri confronti.

Ecco allora pregando questa sera i vespri la nostra preghiera è affinché il Signore ci aiuti, Egli che ha creato la diversità e riesce a gestire tutte le diversità aiuti pure noi a sapere accogliere tutte le forme di diversità nel mondo.