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Centro Pastorale Missionario della Diocesi di Roma / Dal mondo  / Lettera da Floresta agosto 2016

Lettera da Floresta agosto 2016

Lettera di Don Paolo Boumis, missionario fidei donum della diocesi di Roma in Brasile.

Carissime e carissimi,

riprendo con voi il dialogo dopo un poco di tempo, per aggiornarvi, come alcuni mi chiedono, sulle esperienze missionarie che vivo con la mia gente ad Itacuruba.

Il mese di Luglio è stato ricchissimo di allegria, perché abbiamo vissuto la visita dell’immagine pellegrina di Nossa Senhora Aparecida, Patrona e Regina del Brasile. Un termine forse altisonante e antiquato, ma molto azzeccato per lo spirito religioso del popolo brasiliano. Questa piccola immagine mariana è il cuore cattolico del Brasile. Il prossimo anno si festeggerà, alla presenza di Papa Francesco il Giubileo dei 300 anni del suo santuario. La storia della Virgem Morena, la Madonna nera è, come sempre in questi casi, legata a povere persone: due pescatori obbligati a prendere pesci fuori stagione in un fiume infido per la festa del governatore di São Paulo. Dopo aver inutilmente gettato le reti e con la prospettiva di essere puniti per questo, i pescatori tirarono su la rete che tratteneva il piccolo corpo della statuina di legno, senza la testa. Rimasero colpiti dal ritrovamento e gettarono di nuovo la rete, trovando la parte mancante: il volto di Maria. Da quel 12 ottobre del 1717 la devozione alla Aparecida è cresciuta enormemente: il Santuario è diventato Santuario Nazionale ed è la più grande chiesa mariana del mondo. In occasione del giubileo la CNBB, Conferenza Episcopale Brasiliana, ha chiesto al rettore e custode dell’immagine, di organizzare un grande pellegrinaggio dell’immagine in tutte le diocesi, parrocchie, comunità e famiglie del Brasile.

Il popolo di Itacuruba ha vissuto quindici giorni d’incanto, festa, commozione e allegria. La sola idea che Maria “in persona” venisse a benedire la loro povera casa ha scatenato i sentimenti più belli e sinceri della gente. Omaggi floreali, canti dei bambini, altari domestici, malati confortati, giovani che si interrogavano sul senso della vita e tante, tante Ave Maria sciorinate lungo le strade polverose. Un amico che ha partecipato a questa “Visitazione a Santa Elisabetta di Itacuruba” ha detto: “D’ora in avanti la parrocchia non sarà più la stessa!”… io spero che sia davvero così.

Dopo il breve viaggio per visitare la mia famiglia ho ospitato un giovane di Roma, Riccardo, che ha condiviso con me due settimane di vita missionaria. In particolare, forte della sua esperienza di ventiquattro anni di scoutismo, ha partecipato ai primi passi della fondazione del Gruppo Scout di Itacuruba. È un progetto che ho nel cuore da alcuni mesi, provocato dallo sfascio totale dell’educazione dei giovani, dal loro perdersi nella depressione, nella droga e nell’alcool, quando non nei vari tentativi di suicidio… Ho pensato che un sistema educativo molto concreto, fatto di attività fisica, gioco, vita in comune, servizio al prossimo ma anche di lealtà, disciplina e progetti creativi, potesse essere una risposta positiva a questa immensa sfida. Ne ho parlato con il Vescovo, con gli amici sacerdoti, con varie persone della parrocchia e ho ricevuto da tutti un grande incoraggiamento. Per cui mi sono messo all’opera con un gruppo di 14 persone interessate, prendendo i contatti con l’Unione Nazionale degli Scout del Brasile, acquistando materiale, educativo, incontrando i responsabili di altri gruppi e partecipando, la settimana scorsa, ad un corso preliminare di formazione capi. Il progetto sta camminando bene e presto inizieremo le attività. È una cosa totalmente nuova sia nella parrocchia e nella Diocesi, sia in tutta la regione. Il gruppo più vicino a noi sta a quasi 300 km… Abbiamo in mente, a questo proposito, di elaborare un progetto per una collaborazione estiva con gli scout di Roma per un viaggio-campo di servizio qui da noi. Sarebbe una grande allegria per i nostri giovani. Amici scout…ESTOTE PARATI! perché vi chiamerò!

Dopo queste cose belle, veniamo a quelle meno belle: la campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Itacuruba. Una delle esperienze più frustranti che si possano vivere da queste parti. Il potere nelle mani di alcune famiglie privilegiate, la dipendenza quasi schiavistica degli elettori, la corruzione diffusa e l’ingiustizia perpetrata. Sto cercando di tenere la parrocchia fuori dai giochi, non per omissione o fuga, ma perché qui lo sport nazionale è dire a tutti che il parroco è amico del candidato X, spesso usando indebitamente questa “santa alleanza” per giustificare soprusi, ruberie e quant’altro. Ovviamente è solo propaganda elettorale. Ho dovuto fare un poco la voce grossa: questo ha permesso alla gente, per lo meno, di sentirsi un poco più appoggiata nel difficile cammino della democrazia. Anche questo fa parte del ministero incarnato in questa terra. Spero, in questo caso, che vinca il migliore, quello cioè che per lo meno abbia un poco a cuore il bene della mia gente. Il 2 ottobre, giorno delle elezioni, ricordatevi di pregare per noi.

Un abbraccio.

Don Paolo