Alienum phaedrum torquatos nec eu, vis detraxit periculis ex, nihil expetendis in mei. Mei an pericula euripidis, hinc partem.

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Lettera di Elisa dal Mozambico

Mafuiane 18 aprile 2015

Buona Pasqua a tutti da Mafuiane, anche se con un po’ di ritardo, ma siamo ancora nel tempo pasquale!

L’ultima volta che ci siamo sentiti era metà marzo, per cui vi racconto un po’ la vita del villaggio e dintorni nell’ultimo mese.

Domenica 15 marzo abbiamo avuto la gioia della visita del Vescovo ausiliare João Carlos, che ha celebrato la Messa nella comunità são Frumenzio, ha spiegato come fare bene il cammino quaresimale ed ha parlato anche del Giubileo di questa diocesi che quest’anno festeggia i suoi 75 anni: ha invitato tutti a prepararsi a questa grande festa e a partecipare al pellegrinaggio al santuario mariano di Namaacha che si svolgerà il 16 e 18 maggio.

Nelle altre settimane di Quaresima in questa comunità ci son state varie occasioni di momenti di preghiera insieme: la Messa il martedì (qui non tutti i giorni c’è un sacerdote), l’Adorazione Eucaristica organizzata dalla suore il giovedì, la via Crucis il venerdì e la Celebrazione della Parola, con l’animatore di comunità la domenica.

Come durante tutto l’anno il mercoledì c’è stato il “nucleo” cioè gruppetti di parrocchiani, che si incontrano nelle case (ognuno in base al quartiere dove vive) e pregano meditando la Parola di Dio e a volte si parla delle cose successe nel villaggio o di cose da organizzare insieme. Durante la Quaresima nel “nucleo” a cui partecipo io (e che corrisponde al nostro quartiere) alla fine della riunione si parlava soprattutto di come organizzarci per festeggiare le persone che a Pasqua avrebbero ricevuto il Battesimo. Il nostro nucleo si chiama San Carlo Lwanga.

La Domenica delle Palme, la Diocesi di Maputo ha organizzato per i giovani un incontro di due giorni in un villaggio chiamato Chibututuine, mi han raccontato che è stato molto bello e che han partecipato in parecchi da molte parrocchie; io son rimasta a Mafuiane perché nessuno dei giovani di questo villaggio ha partecipato (Chibututuine è un po’ distante e il prezzo del viaggio fin là un po’ elevato). Però è stato molto bello anche rimanere qui.

La celebrazione della nostra comunità si è svolta così: a Boane, sede della parrocchia, è iniziata di buon mattino la processione delle palme, era stata organizzata insieme dalla comunità cattolica e quella anglicana; lì all’inizio della celebrazione son state benedette tutte le palme, che poi son state portate nei villaggi. Da Mafuiane è andato, a far benedire le palme, Mimmo (il responsabile della nostra missione) con la macchina. Tutti i parrocchiani di Mafuiane, io compresa, lo hanno aspettato sulla strada principale e quando lui è ritornato con i rami benedetti è iniziata la processione anche a Mafuiane. C’era tanta gente, tutti cantavano e si andava in fila per due con i rami di palme in mano, siam passati davanti al mercato, al centro di salute, alla scuola e fino ad arrivare in chiesa dove poi si è svolta la liturgia della Parola.

Poi più o meno durante tutta la settimana Santa, nei momenti in cui non c’erano celebrazioni, ci si incontrava in chiesa per far le prove dei canti e delle danze e delle letture del Triduo Pasquale.

Quest’anno per Mafuiane è stata proprio una grazia perché nella nostra comunità è venuto a celebrare un sacerdote sia il Giovedì Santo sia la Veglia di Pasqua e anche la mattina di Pasqua. Le prime due celebrazioni le ha fatte un sacerdote venuto apposta da Namaacha (circa a 30km da qua). Mentre il giorno di Pasqua è venuto il parroco di Boane che ha anche battezzato dieci giovani della nostra comunità, che lo stesso giorno han anche ricevuto la Prima Comunione (i ragazzi li vedete nella foto). E’ stata una festa grande.

Dopo la celebrazione io sono stata invitata a casa di una delle ragazze appena battezzate, che aveva organizzato una festa nel cortile di casa all’ombra di un telone, come si usa qui. Siamo arrivati a casa sua (gli invitati, la madrina e lei) e qualcuno ha iniziato a cantare dei canti religiosi di festa; poi abbiamo mangiato insieme e si conversava del più e del meno e nel pomeriggio c’è stato il momento dei regali. Qui questo momento si svolge così: chi ha un regalo da dare, sfila danzando e cantando fino alla festeggiata e consegna il regalo, spesso è un gruppo intero che canta e balla; questa ragazza fa parte del gruppo del nostro nucleo, per cui anche noi abbiamo preparato un regalo tutti insieme. Infine il taglio del dolce, che qui è proprio di tradizione. E così è trascorsa tutta la giornata di Pasqua.

Il lunedì di Pasquetta, qui è giorno di lavoro e nella missione ognuno ha ripreso le sue attività. Io e l’operaio che ci aiuta in agricoltura, ci siamo dedicati un po’ tutta la settimana a “scartocciare” e sgranare il mais… non abbiamo una macchina sgranatrice neanche manuale e quindi il lavoro per recuperare la granella ci ha preso un po’ di giorni; ora però quest’occupazione è già alle spalle, il mais è già stato portato al mulino e abbiamo ricavato farina per i bambini della scuola materna e crusca per il nostro allevamento di papere. Adesso stiamo iniziando a seminare ortaggi, affrontando come tutti i contadini del posto le difficoltà per l’irrigazione e per la presenza di alcuni insetti nocivi alle colture; quello che crescerà ve lo racconto nei prossimi mesi, per il momento abbiamo piante di zucche e di patate dolci.

Lo scorso fine settimana mi sono recata in un’altra zona, sono andata a Taninga, un villaggio dove per sei anni ha operato una coppia di laici fidei donum di Follonica e che ora hanno quasi terminato il loro periodo di missione qui e si apprestano a tornare in Italia con i loro tre bimbi. Credo di avervi già parlato di loro, si chiamano Giulia e Luca e li ho conosciuti durante il viaggio estivo col gruppo del vicariato. Sono stata ospite a casa loro e ho condiviso la loro vita in famiglia, è stata una gioia e ho passato un bel po’ di tempo a giocare coi bambini e la sera si pregava assieme. Il sabato siamo andati a visitare una comunità molto isolata spersa nella natura, in un villaggio che si chiama Mirona e lì c’è stata la Liturgia della Parola; i partecipanti erano quasi tutti anziani perché molti giovani del villaggio si spostano a vivere altrove.

La domenica invece siamo stati in un villaggio che si chiama “3 de Fevreiro” e lì c’è stata la Messa e i Battesimi di 10 persone sia giovani che anziani. Mi ha commosso tanto una signora anziana che è stata battezzata, era la più anziana di tutte, magrolina e ricurva sul bastone che teneva stretto stretto per camminare, eppure ha partecipato alla processione dell’offertorio e quando tutti i battezzati son andati davanti all’altare per cantare e danzare il canto di ringraziamento anche lei ci ha messo tutte le sue forze; il suo nome è Maria.

Nella stessa celebrazione si è anche festeggiato un anniversario di matrimonio e anche la coppia che festeggiava ha voluto intonare un canto di ringraziamento.

A “3 de Fevreiro” la chiesa è piccolina, per questo la celebrazione è stata fatta sotto un telone sospeso da pali di legno; e molte persone erano sedute anche intorno allo spazio preparato, perché erano tante. All’inizio della celebrazione il cielo si è annuvolato ed è stato un bene per tutti perché se no chi non aveva un posto all’ombra si sarebbe proprio cotto perché lì intorno ci son pochi alberi. Anche il celebrante si è rallegrato dell’arrivo delle nuvole e l’ha fatto notare che così nessuno avrebbe sofferto troppo caldo e sole, ha anche proposto ai parrocchiani di iniziare a piantare alberi in quel grande spiazzo fuori la chiesa così nei prossimi anni ci sarà più ombra, ha proposto di piantare un albero per ogni bambino in famiglia.

La domenica è trascorsa veloce, fra i festeggiamenti seguiti dopo la Messa, e lunedì mattina presto mi sono rimessa in viaggio per Mafuiane. Lo “chapa” (qui il pullmino si chiama così) che ho preso era strapieno e una delle persone che era seduta accanto a me faceva umorismo sul fatto che lui era un po’ robusto e si stava ancora più stretti. All’ arrivo a Maputo ho trovato ad aspettarmi alla fermata due studenti universitari che a volte frequentano la missione a Mafuiane e che hanno pensato di farmi cosa gradita di offrirmi una breve sosta da loro, nella casa dello studente. Così ho visto uno scorcio della vita universitaria di Maputo e devo dire che nella casa dello studente c’era un bel clima di amicizia e di studio. I due studenti che conosco mi hanno parlato un po’ dei loro studi (fanno un ramo di agraria) e offerto una buona colazione e poi accompagnato a prendere il “machimbombo” (autobus) che arriva a Boane, da lì l’ultimo “chapa”e sono arrivata dietro casa.

All’arrivo ho conosciuto nella nostra “vivenda” una persona arrivata dall’Italia che starà con noi per alcune settimane, si chiama Mimmo anche lui, come il responsabile della nostra missione. E’ venuto qui già tante volte negli anni passati e ora sta visitando il villaggio, partecipando alla vita della comunità, incontrando persone che conosce da anni e aiutando tanto nelle varie attività: pitturare muri, zappare la terra, falegnameria ed altro ancora, fra l’altro cucina molto bene. La sua famiglia non ha potuto seguirlo in questo viaggio, ma moglie e figli lo accompagnano a distanza con l’affetto.

Mercoledì scorso son andata all’incontro del “nucleo” e l’incontro di preghiera è iniziato in modo diverso del solito: i partecipanti hanno iniziato a parlare di quel che sta succedendo in Sud-Africa, dei fatti gravi di xenofobia contro gli immigrati e dei Mozambicani che lavorano lì e che ora stanno rientrando per paura del ripetersi delle aggressioni. Quanta sofferenza! Il telegiornale mozambicano anche ieri continuava a parlarne, vi chiedo una preghiera per tutte le persone che stanno soffrendo in questa situazione.

Con questo termino la lettera. E vi saluto con affetto.

Elisa