Alienum phaedrum torquatos nec eu, vis detraxit periculis ex, nihil expetendis in mei. Mei an pericula euripidis, hinc partem.

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Palestina – don Vito Vacca

Don Vito Vacca, e’ attualmente sacerdote romano Fidei donum in Giordania, dopo aver trascorso diversi anni in Palestina.


 

Carissimi, ancora una volta devo rassicurarvi per quanto riguarda me e la mia parrocchia: siamo tranquilli e svolgo tutte le attività parrocchiali e ringrazio quelli che mi scrivono preoccupati per le notizie allarmanti.

Nello stesso tempo però soffriamo tutti per la situazione dei paesi che circondano la Giordania: Iraq, Siria, Palestina ecc. La Giordania per ora sembra il paese più tranquillo, ma il “Califfato islamico” e tutti gli altri gruppi fondamentalisti o terroristici non promettono niente di buono. Anche dove non c’è guerra aperta e violenza tutto sembra instabile e ci si può aspettare di tutto.

Anche all’interno di Israele, a parte le sirene che ogni tanto invitano a correre nei rifugi, non si corre un pericolo serio e molti gruppi finora hanno potuto visitare la Terra Santa senza difficoltà. Gaza è lontana dai percorsi dei pellegrini e i razzi a stento raggiungono alcune città israeliane senza causare danni di rilievo. Alcune compagnie aeree hanno sospeso i voli per Tel Aviv per precauzione, ma volendo potrebbero anche atterrare a un altro aeroporto nel deserto del Negev.

Gli Israeliani, pensando di arrivare a una sicurezza interna, vogliono distruggere gli arsenali di razzi e i tunnel che convogliano le armi all’interno di Gaza o infiltrano dei commandos in Israele. Tale operazione richiede tempo, distruzioni, perdite di vite innocenti compresi bambini, anche perché spesso i combattenti si trincerano dietro edifici o istituzioni civili. Anche molti soldati israeliani sono stati uccisi. Ma soprattutto è dubbio che questo massacro possa raggiungere gli obiettivi proposti. Io penso che l’unico modo di arrivare a una vera pace per Israele sia riconoscere pienamente lo stato palestinese dando piena dignità e diritti a questo popolo. Purtroppo, le dichiarazioni di Hamas e di altri gruppi fondamentalisti di voler cancellare lo stato ebraico e buttare gli ebrei in mare non aiutano e rappresentano una giustificazione per i falchi israeliani. Ma con la violenza si rafforza la violenza e l’integralismo da entrambe le parti. Fino a quando? Gli inviti continui del Papa e della chiesa locale al dialogo vengono accolti da molti, ma la posizione intransigente dei dirigenti attuali di entrambi gli schieramenti finora hanno impedito ogni accordo. Potrà questa spirale di violenze, stragi e disastri ricondurli a decisioni sagge? In fondo anche gli arabi stessi non sono tutti d’accordo nel sostenere Hamas né tutti gli israeliani nel sostenere le decisioni del loro governo. Uno stato arabo come l’Egitto si schiera contro Gaza accusando Hamas di fanatismo islamico che mina ogni possibilità di dialogo. A volte troviamo molta ipocrisia. Se chiedi agli arabi israeliani se preferiscono vivere in Palestina o in Israele tutti scelgono quest’ultimo. Così la situazione si presenta complicata e senza soluzioni.

Ripensando alla parabola di domenica non posso fare a meno di vedere la zizzania che viene seminata abbondantemente in un mondo creato per un grano buono, come quello che ci viene da Gesù che muore per dare la vita ai propri nemici. L’odio, la vendetta, la sete di potere, i soldi prendono il posto di Dio-Amore e spargono distruzione e morte. La semina della zizzania inizia nel cuore degli uomini, spesso noi stessi seminiamo zizzania: i piccoli semi (invidia, menzogna, egoismo, calunnia…), che stimiamo insignificanti, crescono e diventano alberi uscendo dal nostro piccolo e arrivando ai vertici di potere politico, religioso, finanziario, a folle di persone umiliate e piene di odio, pronte a uccidere e distruggere.

 

Per quanto riguarda i pellegrinaggi di agosto: tutto era pronto, gli alberghi attendono, i pullman sono pronti a circolare (come ho detto si può circolare normalmente in tutti i luoghi santi), ma se perdura questa situazione sarà difficile anche da un punto di vista psicologico. Il gruppo del 1° agosto, se non si arriva a un trattato di pace entro questa settimana, sarà spostato ad altra data. Il gruppo del 23 agosto, Israele e Giordania, per ora rimane confermato anche se alcuni hanno preferito rimandare ad altra data.

Dal 7 al 12 luglio ho potuto portare 90 cristiani di Smakieh e di tutta la Giordania per un pellegrinaggio nella Terra Santa: ci separano poche ore di auto da Gerusalemme, ma quasi nessuno vi era stato a causa del conflitto Israele-Palestina. È stata una grande e splendida scoperta per tutti, tanto che vogliono riandare con tanti loro parenti e amici. Tanto più perché ho mantenuto la spesa alla loro portata.

Il 31 terminiamo il campeggio dei 120 bambini che da un mese stiamo portando avanti nella mia parrocchia. A Smakieh, paese di 2000 abitanti tutti cristiani, ci sono tanti bambini. Ancora adesso infatti molte famiglie hanno 4, 5, 6 o più bambini. La nostra scuola è aperta a tutti e molti musulmani vengono dai paesi vicini perché stimano il nostro insegnamento e il nostro spirito. L’estate non c’è la scuola ma facciamo i campi-scuola o campo estivo o campeggi come lo chiamano loro, perché nella regione non c’è assolutamente niente al di fuori delle strade assolate e polverose. Per questo ho fatto anche un calcetto oltre che il basket e pallavolo. Ma soprattutto organizziamo giochi di gruppo, lezioni d cucina, canto, recita, gare e momenti di preghiera. Molte parrocchie organizzano il campo estivo per un periodo di due o tre settimane. Noi quest’anno l’abbiamo organizzato per tutto il mese di luglio ogni giorno dalle 16 alle 20. Il sabato è riservato per incontro dei responsabili e la domenica per la S. Messa.

I bambini sono circa 120 dalla seconda elementare alle medie, tutti cristiani di rito latino e bizantino. I responsabili sono quasi 30 giovani delle classi superiori o università, con l’aiuto di un seminarista del seminario di Bet Jala e 2 seminaristi del Redemptoris Mater della Galilea. Molta soddisfazione è stata espressa dalla popolazione, anche perché non richiediamo spese ulteriori: l’iscrizione per tutto il mese è di 5 euro (con sconto per i fratelli e qualcuno che invece ha bisogno di essere aiutato), ma ricevono molti regali. Stasera per es. offriamo l’hamburger a tutti.

Il mio programma rimane invariato e il 1° agosto mi recherò in Israele. Il 7 andrò in Italia partendo da Tel Aviv per degli incontri in diverse parrocchie. Ritornerò a Smakieh il 22 agosto.

Scusatemi se non rispondo personalmente a tutte le mail o ai messaggi di facebook, ma cerco di ricordare tutti nella preghiera che spero sia da voi ricambiata.

Il Signore vi benedica.

D. Vito