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Centro Pastorale Missionario della Diocesi di Roma / Dal mondo  / Lettera da Floresta Pasqua 2017

Lettera da Floresta Pasqua 2017

Carissimi e carissime,

nella gioia della Resurrezione vi racconto, come sempre, qualche perla della missione che vivo tra la mia piccola gente. Innanzitutto la pioggia: ha ripreso in modo abbondante a rinverdire la Caatinga, e il deserto è fiorito di nuovo. La gente torna a sperare che stavolta duri…

Abbiamo celebrato la Quaresima con tutta la chiesa brasiliana, come da tradizione pluridecennale, vivendo la Campagna della Fraternità, cioè un cammino di conversione, riflessione e azione su un tema di attualità del paese. Quest’anno il tema era ecologico: Fraternità e biomi brasiliani. Un tentativo di svegliare le comunità sulla salvaguardia e custodia della natura “gigante” del Brasile. Ogni parte del nostro immenso territorio è contraddistinto per un bioma diverso: Amazzonia, Foresta Atlantica, Cerrado (una specie di savana), Pampas, Caatinga (il semi-arido di Itacuruba e dintorni) e il Pantanal, cioè l’area paludosa più grande del mondo. Qui la convivenza con l’ambiente, come dovrebbe essere obbligo morale ovunque, è da molti anni oggetto di un’attenzione molto forte da parte della Chiesa. Questo si deve in gran parte ai motivi sociali di massa, quali lo sfruttamento industriale e distruttivo della terra, per un’economia di pochi privilegiati, e soprattutto l’inurbamento selvaggio dovuto alla fuga dalla campagna.

Il tentativo della Chiesa, a livello religioso, comunitario e di impatto sociale è di educare la popolazione e pretendere dai governanti un atteggiamento positivo e rispettoso della terra per la felice convivenza di tutti. Nel nostro piccolo abbiamo voluto mettere in evidenza la possibilità di una riforestazione della nostra città: ai bambini e ragazzi della parrocchia abbiamo dato i semi del Pau Brasil, cioè dell’albero simbolo del nostro paese, da cui prende il nome. È una specie quasi estinta a causa del mercato del legno dei secoli passati. Ogni bambino lo ha piantato in un vasetto e tra qualche settimana verrà piantato in tutte le case, nella piazza della chiesa e in ogni villaggio. È una iniziativa di coscientizzazione che sta già dando i suoi frutti.

Il gruppo scout cresce velocemente: abbiamo superato i 100 partecipanti. Molti adulti si stanno mettendo a disposizione per aiutarci. Un bel segno di vita nuova nella parrocchia.

Sto continuando la visita nelle scuole, affrontando sempre più di petto le situazioni assurde e tristissime di molti ragazzi. La mancanza di genitori responsabili produce disastri continui. Una mamma a cui le professoresse chiedevano consiglio per la difficile gestione di un alunno molto ribelle e indisciplinato, ha risposto candidamente: “Sapete, io mio figlio non lo vedo da settimane.” Domanda: “Perché, signora, non vivete in casa insieme?”. “Sì, ma siccome io la sera esco con le amiche e torno alle 3-4 di mattina, poi mi sveglio alle 11. La sera preparo la cena e lascio pronta la colazione, così mio figlio non si deve preoccupare. Quando torna da scuola io sono già uscita e quando la mattina deve andare a scuola io sto dormendo….”. La cosa grottesca di questo dialogo surreale, che potremmo ascoltare, con piccole modifiche, in molte case di Itacuruba, è che il tutto sembra normale. Qui è normale che i figli vivano in mezzo alla strada perché le mamme si comportano da adolescenti cresciute e non hanno la minima idea di come educare un figlio. Succede spesso che, di fronte al comportamento estremo dei figli, la minaccia sia: “Guarda che, se continui così, chiamo Don Paolo!”. Immaginate quanta fatica devo fare per smontare questo circolo vizioso di irresponsabilità, oltre tutto perché chiamato in causa per risolvere problemi che non sono di mia competenza. Già devo fare i conti ogni giorno con il mio brutto carattere… immaginate se devo anche spiegare che io non sono l’Orco cattivo che mangia i bambini! Comunque, nonostante questo la parrocchia sta crescendo nella considerazione della città, per quello che fa per i piccoli e i poveri.

In queste settimane abbiamo ripreso il cammino di preparazione alle Sante Missioni Popolari, che sono una esperienza molto diffusa in Brasile: la propria comunità, specialmente con suoi laici, si prepara per due anni con ritiri, studio del vangelo e visite alle famiglie, per portare a tutti l’annuncio del Vangelo. Abbiamo deciso di ricominciare questa esperienza (che già era stata realizzata circa 10 anni fa nella Diocesi) con le parrocchie della nostra area pastorale. Siamo alla vigilia del Mese di Maggio, che nella nostra Diocesi è vissuto intensamente: prepariamo un sussidio per la recita del Rosario nelle case per i 31 giorni del mese. È una tradizione molto radicata nella nostra chiesa, che riunisce famiglie, amici e vicini nella preghiera più semplice. Si formano gruppi spontanei che ogni giorno visitano una casa e pregano insieme con la famiglia. Qui ad Itacuruba abbiamo circa 20 gruppi.

A livello personale mi sento un po’ stanco perché in questi mesi iniziali del 2017 sono stato chiamato più volte a animare ritiri, conferenza, lezioni e corsi di formazione nelle parrocchie, in tutta la Diocesi. È il modo per trafficare il talento ricevuto gratuitamente nella mia formazione teologica romana. È un ministero che mi piace molto e che, spero di non sbagliarmi, credo sia davvero utile per la crescita del nostro laicato.

Concludo con una gioia preziosa ricevuta durante un incontro di catechismo in un villaggio. Una bambina, Vitória, alla fine della riunione mi ha chiesto: “Perché tu ci vieni sempre a trovare, ci abbracci, ci racconti le cose belle di Gesù? Perché?”.

“Semplicemente perché vi amo.”

 

 

Don Paolo Boumis